Guida Email Marketing

Vuoi iniziare a fare email marketing? Far crescere la tua lista contatti? Migliorare il tasso di apertura delle tue email e scoprire quali sono i passi da seguire e gli errori da non commettere? Allora sei nel posto giusto, ho creato questa guida all’email marketing proprio per te.

Che cos’è l’email marketing?

L’idea che sta alla base dell’email marketing è l’utilizzo della posta elettronica per inviare contenuti utili alle persone (i tuoi clienti e/o i tuoi lead), per coltivare e far crescere una relazione con loro, educarle, informarle e proporre a loro le tue soluzioni per risolvere i loro problemi e soddisfare le loro esigenze.

Di solito, per chi parte da zero con l’email marketing, la prima necessità è quella di raccogliere una lista di indirizzi email di persone potenzialmente interessate a determinati argomenti o che hanno esigenze o problemi specifici da risolvere. Persone disposte a fornire il proprio indirizzo email in cambio di un’informazione utile.

Chiunque ha già creato una lista di contatti di buona qualità è consapevole del valore che essa rappresenta. Per questo motivo la costruzione della lista deve essere uno dei tuoi primi obiettivi da imprenditore digitale. Questo strumento non deve essere inteso come un semplice canale di vendita, ossia un modo per inviare messaggi promozionali a ripetizione, ma come elemento indispensabile per capire meglio le persone che fanno parte del tuo pubblico. Quali sono gli argomenti che gli interessano, i problemi che le affliggono e per quali soluzioni sarebbero ben disposte ad acquistare il tuo prodotto o il tuo servizio.

Troppo spesso mi capita di sentire ancora espressioni del tipo: “raccogliamo un po’ di contatti e poi iniziamo a rompergli le scatole…” (di solito in modo meno elegante 😬)
Ecco, questo non è il modo che intendo io di fare email marketing.

Email Marketing

Creare una lista e gestirla nel modo corretto non è semplice e non è qualcosa che si può imparare in un giorno. Però non è difficile apprendere in poco tempo i concetti base e soprattutto scoprire gli errori da non commettere se hai intenzione di fare email marketing in modo serio.

Nella Guida Email Marketing ti mostrerò il giusto metodo per iniziare a ottenere subito dei risultati e senza fare troppa fatica.

Non ti parlerò solo degli strumenti o dei servizi da utilizzare.

Molte persone si focalizzano sullo strumento, perdendo di vista la strategia e gli obiettivi. I concetti più importanti, che rappresentano i pilastri sui quali costruire la tua attività di email marketing, sono universali ed è importante assimilarli correttamente prima di passare alla fase operativa.

Io per primo ho commesso errori nel corso degli anni, come pubblicare una miriade di contenuti senza preoccuparmi di costruire una lista, oppure limitandomi a scrivere una newsletter una volta ogni tanto.

Questo non si chiama fare email marketing. Ma è grazie anche a questi errori che ora posso fornirti delle scorciatoie per evitare a te tutte le scocciature, i problemi e i numerosi tentativi a vuoto che ho fatto io.

Perché è importante l’email marketing?

L’email marketing è uno dei modi migliori per comunicare direttamente con le persone che hanno scelto, e sottolineo scelto, di voler ricevere i tuoi consigli, i tuoi materiali e le tue idee. In altre parole, di iniziare una relazione con te.

A volte riesco ancora stupirmi di quanto un’email sia in grado di generare risposte positive e soprattutto profitti, quando magari contenuti simili pubblicati sui social non sono stati in grado di muovere una foglia.

Poter disporre di una mailing list di contatti ti consente di coinvolgere un numero sempre maggiore di persone e, se gestita correttamente, di conoscerle sempre meglio.

Più conosci le persone, più hai la possibilità di scoprire di cosa hanno bisogno. Grazie a queste informazioni puoi creare prodotti e servizi migliori, riducendo anche i rischi.

È indescrivibile infatti il piacere di creare qualcosa sapendo di avere un pubblico interessato e ansioso di acquistarlo, rispetto alla frustrazione di lavorare per settimane o mesi per poi accorgersi che quello che hai creato non interessa nessuno. Oppure che a qualcuno interessa ma non a tal punto da pagarlo.

Stando ai dati riportati da litmus.com per $1 speso in attività di email marketing si ha un ritorno di $42. Pari a un ROI medio superiore al 4.000%.

Ma c’è ancora gente che legge le email?

A proposito, non credere a chi ti dice che l’email è morta, che inutile fare email marketing perché tanto la gente ormai cancella i messaggi senza nemmeno aprirli. Oppure a chi sostiene che tutti ormai usano solo i social e le app di messaggistica come WhatsApp o Messenger. Lascia che lo pensino.

L’email marketing genera il 174% di conversioni in più rispetto ai social media – Campaignmonitor.com

L’errore più grande che puoi fare in una qualunque attività di marketing è basarti sull’idea che le tue abitudini, il tuo modo di pensare e di comportarti, siano adottati universalmente da tutti.

L’email inoltre, a differenza delle varie piattaforme social, è un sistema che ti consente di controllare e avere la proprietà del tuo pubblico. Nel caso dei social sono gli algoritmi che decidono chi vede i tuoi contenuti. Con l’email invece puoi avere un contatto diretto con ogni singola persona.

Quindi l’email marketing va bene per tutti, sempre e comunque?

Non proprio. Se sei una star su Facebook, Instagram o YouTube e da questi canali ottieni la stragrande maggioranza dei tuoi profitti, potresti non avere il tempo per gestire anche un’attività di email marketing.

Un altro scenario che rende poco percorribile questa strada è avere un pubblico che non utilizza l’email. Se sei assolutamente certo che il tuo pubblico non utilizza o non ama ricevere messaggi di posta elettronica, allora sarà inevitabile rinunciare e concentrarsi magari su altre attività di web marketing.

Il primo errore da non commettere

La trappola nella quale cascano moltissime persone che vogliono iniziare a fare email marketing è quella di cercare di rastrellare il maggior numero di contatti da inserire nella propria lista. Di solito, in questa fase ci si ricorda dell’elenco di 100 (o 1.000 o 10.000) indirizzi email raccolti un po’ qua e un po’ là. A volte si tratta di un evento tenuto in passato (quasi sempre remoto), in altri casi di un elenco di indirizzi email presente in un file Excel da qualche parte sul computer.

Tralascio in questa sede le conseguenze legali (leggi GDPR) derivanti dall’utilizzo allegro e disinvolto di indirizzi email che non siamo autorizzati a utilizzare. A questo aggiungo che mi pare piuttosto elementare prevedere la scarsa efficacia nel contattare persone che non hanno manifestato un interesse esplicito (e recente) a ricevere comunicazioni da parte nostra.

Questo è spesso anche il motivo che spinge alcune persone a non utilizzare l’email marketing o a utilizzarlo male. Perché viene erroneamente visto come l’attività che consiste nel rompere le scatole inviando offerte promozionali a raffica e a chiunque capiti a tiro.

Questo si chiama fare spam e non c’entra nulla con l’email marketing. Se vuoi imparare a intasare le caselle di posta elettronica invito a chiudere questa pagina e a cercare le istruzioni su Google.

Se invece sei interessato a scoprire come sfruttare al meglio l’email marketing allora ti invito a proseguire nella lettura.

Tornando a parlare di numeri, è ovvio che una lista ben nutrita è un obiettivo lecito e auspicabile. Ma più che ragionare in termini di quante persone sono presenti nella tua lista devi focalizzarti su quali persone vuoi che siano presenti nella tua lista.

Le persone che si sono iscritte a una newsletter generica presente sul tuo sito sono solitamente meno interessanti rispetto alle persone che si sono iscritte per scaricare un tuo ebook che affronta un problema specifico.

Nel primo caso si tratta di persone interessate in modo generico e non ben definito ai tuoi contenuti, mentre nel secondo puoi lecitamente supporre che queste persone abbiano quel particolare problema. Questo dettaglio ti offre l’opportunità di comunicare con loro in modo più preciso e personale.

Come fare email marketing

Fare email marketing significa prima di tutto pensare a una strategia di email marketing.

Come forse hai già potuto intuire nei paragrafi precedenti, fare email marketing non vuol dire solo inviare email, ma anche svolgere molte altre attività finalizzate a costruire delle relazioni per poter poi trarre dei profitti dalla vendita di prodotti e servizi.

Per semplificare al massimo, è possibile ricondurre a due le tipologie di attività che effettuerai più spesso:

  • le email broadcast (newsletter, campagne, email blast…);
  • le email inviate tramite automazioni.

Email broadcast o newsletter

Questo è probabilmente il modo più comunemente usato da chi si avvicina all’email marketing. A volte è l’unico utilizzato da chi pensa di fare email marketing, mentre invece sta semplicemente inviando delle email.

Questo tipo di comunicazioni possono essere le email inviate per annunciare un nuovo prodotto ma anche un nuovo articolo pubblicato sul blog. Puoi utilizzarle per proporre un questionario al tuo pubblico oppure per comunicare informazioni urgenti.

Possono essere gestite sia in modo spontaneo e scritte poco prima del loro invio oppure programmato in anticipo, come nei casi delle newsletter settimanali o mensili. La scelta dipende dalla strategia che hai pianificato.

Email tramite automazioni

Con le automazioni invece è tutta un’altra faccenda. In questo caso infatti una singola email oppure un’intera sequenza di email è già pronta e programmata per partire quando si verifica un evento, come ad esempio la compilazione di un form sul tuo sito da parte di un visitatore.

Dal punto di vista del visitatore questo significa iniziare a ricevere una o più email a distanza di X giorni dall’iscrizione. Nei casi più semplici l’automazione può essere costituita da una singola email attraverso la quale inviare il link per scaricare un ebook. In uno scenario più complesso, la sequenza è un processo che può durare anche diverse settimane ed essere composta da decine di email.

Esempio di funnel con un autorisponditore
Esempio di funnel con un’automazione

Le logiche di automazione si adattano reagendo al comportamento degli utenti. Questa capacità consente di valutare il valore di ogni contatto presente nella lista, separando i lettori più attivi e partecipi da quelli che non aprono le email da due o tre mesi.

Il fatto che una persona ti abbia lasciato l’indirizzo email non si traduce necessariamente nella sua immediata trasformazione in seguace fedele e pronto rispondere ogni tuo messaggio.

Sarà infatti capitato anche a te di inserire un indirizzo email secondario solo per scaricare un ebook o qualche altra risorsa. Probabilmente dopo che tu hai scaricato l’ebook un autorisponditore è partito e ha iniziato a inviarti una serie di messaggi, che tu magari non hai nemmeno visto perché controlli quella casella di posta solo il 29 febbraio 😉

Come ti mostrerò più avanti, proprio grazie agli strumenti di email marketing automation è possibile individuare e classificare facilmente i contatti più attivi e promettenti da quelli dormienti.

La differenza tra inviare email e fare email marketing

È risaputo che se ti concentri su un solo obiettivo hai maggiori probabilità di raggiungerlo. Perseguire più obiettivi contemporaneamente significa spesso disperdere le energie, per ritrovarsi poi con un pugno di mosche. È superfluo poi che ti elenchi rischi del non avere alcun obiettivo.

Questi semplici ma fondamentali principi si applicano anche all’attività di email marketing. Quando invii un’email ai tuoi contatti è fondamentale che il tuo messaggio abbia uno scopo e che il lettore sia invitato a compiere un’azione.

La presenza di una chiamata all’azione, quella che in gergo viene definita call to action, è il principale fattore che distingue il semplice invio di email a una lista di contatti, da una vera e propria azione di email marketing.

È importante che la chiamata all’azione sia presente per collegare il tuo messaggio a un obiettivo definito e misurabile.

È altrettanto importante che l’azione richiesta sia soltanto una. Proporre infatti numerose alternative rischia di rendere il messaggio più confuso e riduce le probabilità di raggiungere l’obiettivo.

Quali strumenti ti servono per fare email marketing

Fino ad ora non ti ho parlato di servizi, software o plugin da installare sul tuo sito ma è giunto il momento di farlo.

Per poter intraprendere un’attività di email marketing il requisito minimo è disporre di uno strumento/servizio che ti permetta di:

  • raccogliere e organizzare una lista di indirizzi email;
  • inviare messaggi di posta elettronica a tale lista.

In una fase iniziale potresti pensare di gestire manualmente sia la raccolta di indirizzi sia l’invio dei messaggi usando il tuo tradizionale programma di posta elettronica. Questa però non è una buona idea. Per una svariata serie di ragioni che non ti andrò nemmeno ad elencare. Se provassi a farlo anche solo per qualche giorno capiresti subito il motivo ;)

Considerando l’ampia scelta di soluzioni, anche gratuite o comunque dal costo molto contenuto, non ha senso avventurarsi nell’inefficiente gestione manuale di una qualsiasi attività di email marketing.

Parliamo quindi dei servizi di email marketing e di come possono esserti d’aiuto nel gestire questa attività.

La maggior parte questi servizi mettono a tua disposizione numerose funzionalità tra le quali:

  • la creazione di moduli da inserire nelle pagine del tuo sito per raccogliere indirizzi email che andranno a popolare la tua lista (o le tue liste);
  • strumenti per la gestione delle liste con la possibilità di segmentare i contatti presenti sulla base delle loro caratteristiche o del loro comportamento;
  • la possibilità di inviare e/o programmare l’invio di messaggi di posta elettronica verso tutti i contatti presenti in una lista oppure anche solo verso un particolare segmento;
  • la gestione completamente automatica di tutte le richieste di iscrizione e di cancellazione (da parte di chi non vuole più ricevere le tue comunicazioni) alla tua lista.

A queste caratteristiche base se ne aggiungono molte altre, come quelle riguardanti le logiche di automazione oppure la possibilità di integrare il servizio di email marketing con soluzioni esterne.

A costo di essere ripetitivo sottolineo che è possibile iniziare anche senza un servizio di email marketing, ma ti assicuro che non ne vale la pena.

Ho scritto un intero articolo per illustrarti i pro e i contro delle principali piattaforme di email marketing disponibili oggi sul mercato. Sintetizzo qui alcune delle mie raccomandazioni segnalandoti gli strumenti che utilizzo io.

La piattaforma di email marketing che utilizzo quotidianamente e che prediligo è ActiveCampaign. Sia che tu stia iniziando a fare email marketing sia che ti consideri un veterano, ActiveCampaign ha tutto quello che ti serve per gestire lista di contatti; personalizzare e automatizzare l’invio dei vari messaggi (non solo via email) e molto di più.

Se proprio desideri un’alternativa più economica e che disponga anche di un piano gratuito, ti consiglio di dare un’occhiata a MailerLite. Altri servizi molto popolari sono MailChimp, GetResponse, AWeber, Constant Contact, Campaign Monitor, Drip, ConvertKit, Hubspot, Infusionsoft, Ontraport, SendinBlue.

Considerando però che il piano base di ActiveCampaign ha un prezzo molto accessibile, se hai intenzioni serie con l’email marketing ti consiglio di partire con questo.

Inoltre, a differenza di molti altri servizi analoghi, ActiveCampaign dispone anche di un’interfaccia disponibile in più lingue, tra le quali anche l’italiano. Un aspetto non trascurabile e che numerose persone apprezzano molto.

Ti suggerisco di dedicare tutto il tempo necessario per valutare le differenti alternative e scegliere con attenzione il servizio di email marketing più adatto alle tue esigenze.

Inoltre, cerca sempre di scegliere il servizio che meglio si adatta alla tua strategia, non viceversa. Non lasciare quindi che siano le funzionalità del servizio a guidare la tua strategia.

Nonostante i vari servizi assolvano più o meno agli stessi bisogni, ognuno di essi lavora in modo differente e ha le proprie peculiarità.

Considera inoltre che ti capiterà spesso di dover integrare il servizio di email marketing che hai scelto con altri servizi o prodotti esterni. Valuta quindi anche questo aspetto prima di procedere all’acquisto del servizio.

Come raccogliere gli indirizzi email

Uno dei primi obiettivi (e desideri) della tua nuova attività di email marketing è veder crescere il numero di iscritti alla lista.

Dal punto di vista tecnico permettere alle persone di iscriversi alla tua lista è piuttosto semplice. È sufficiente infatti includere nelle pagine del tuo sito uno o più moduli, attraverso i quali i tuoi visitatori possono inserire la loro email.

Quasi tutti i servizi di email marketing mettono disposizione o il codice HTML o un plugin per WordPress da installare. Questo ti permette di incorporare nelle pagine del tuo sito i moduli che possono essere compilati dai tuoi visitatori.

Nella maggior parte dei casi i moduli standard messi a disposizione sono piuttosto semplici ed elementari e non sempre così efficaci nello stimolare l’iscrizione alla tua lista.

Fortunatamente però esistono numerosi strumenti che rendono più facile far crescere il numero di iscritti e personalizzare l’aspetto di tali moduli.

Strumenti ThriveLeads o ConvertBox sono molto efficaci e possono davvero mettere il turbo alla crescita della tua lista, migliorando il tasso di conversione rispetto ai moduli standard.
Grazie a questi tool, puoi risparmiare moltissime ore di lavoro che dovresti impiegare per personalizzare l’aspetto dei vari moduli o per organizzare dove inserirli sulle pagine del tuo sito e in che modalità farli apparire.

Esempio di modulo realizzato con ThriveLeads e agganciato ad ActiveCampaign
Esempio di modulo realizzato con ThriveLeads

Single o double opt-in

Ora ti spiego un concetto importante relativo alla raccolta degli
 indirizzi email.

Una volta che un visitatore compila un modulo di iscrizione inserendo il proprio indirizzo email si possono configurare due possibilità:

  • la prima, chiamata single opt-in, permette di inserire direttamente il contatto all’interno della tua lista, senza richiedere alcuna ulteriore azione da parte sua;
  • la seconda, quella che ti consiglio, si chiama double opt-in e prevede che il tuo servizio di email marketing invii un email di conferma alla persona che si è appena iscritta. È necessario che il destinatario clicchi il link contenuto in tale email per confermare la sua iscrizione alla lista.

Non ti nascondo che il sistema del double opt-in si traduce inevitabilmente in un numero più ridotto di contatti attivi all’interno della tua lista, ma questo rappresenta più un vantaggio che un problema. Così facendo infatti hai la certezza che tutti gli indirizzi ai quali invierai messaggi siano corretti e soprattutto che i destinatari hanno effettivamente confermato l’intenzione di ricevere messaggi da parte tua.

Se adotti il sistema di conferma del double opt-in ti suggerisco di informare chi si iscrive alla tua lista, di controllare subito la casella di posta per confermare l’iscrizione. Inoltre, digli anche di controllare la casella della posta indesiderata quella delle Promozioni su Gmail. È probabile che il messaggio sia finito lì.

Inoltre, per essere conformi alla General Data Protection Regulation (GDPR) è necessario ottenere il consenso delle persone per poter inviare loro newsletter e altri contenuti via email. Su questi aspetti è sempre utile rivolgersi a un consulente legale.

I modi per far crescere la tua lista

Se permettere alle persone di scriversi la tua lista è piuttosto semplice, incrementare il numero di iscritti può essere un po’ più complicato. Ma non temere, non è difficile. Non stiamo parlando di neurochirurgia 😊

Ti mostro alcuni dei metodi più usati per stimolare le persone che visitano tuo sito a lasciarti il loro indirizzo email.

Iscriviti alla mia newsletter

Non c’è nulla di male a presentare un modulo sul tuo sito con l’invito a iscriversi alla newsletter. È una prassi piuttosto comune anche se non è sempre il metodo più efficace. Dipende però dalla modalità con la quale lo proponi.

Il principale problema di questo approccio è che in pratica stai chiedendo alle persone il loro indirizzo per potergli spedire delle email, senza però fornire loro un motivo e dei concreti vantaggi per fare questa azione.

Un altro pesante limite è rappresentato dal fatto che, raccogliendo gli indirizzi in questo modo, tu non sai nulla di queste persone. Non sai cosa li ha spinti a iscriversi.

Non conoscere queste informazioni ti renderà molto più difficile comunicare con loro in modo pertinente e rilevante, dato che andrai a scrivere a persone sulle quali non sai nulla. Non sai perché si sono iscritte, non sai a cosa sono interessate, non sai quali sono i loro obiettivi.

Lead magnet

Con lead magnet si intende un incentivo che stimola una persona a lasciarti il suo indirizzi email.

Questo incentivo può essere un PDF da scaricare, un video che spiega un concetto, un’infografica, un report, un mini corso via email (una sequenza automatizzata di email nella quale ogni messaggio rappresenta una mini lezione), o qualunque altro contenuto che possa essere utile al tuo pubblico.

Non spaventarti, non è necessario creare un romanzo da 200 pagine per usarlo come lead magnet. Non è la lunghezza o il peso del contenuto, ma il valore che è in grado di fornire alle persone.

Un buon lead magnet dovrebbe:

  • risolvere un reale problema del tuo potenziale cliente;
  • essere specifico e orientato all’azione;
  • rappresentare l’inizio di un percorso per l’acquisizione di nuovi clienti.

Un’altra pratica comune consiste nell’utilizzare le cosiddette squeeze page. Si tratta di particolari landing page appositamente costruite per raccogliere indirizzi email. Sono usate spesso per promuovere un ebook, un report, un caso studio, un video, una check list o altro materiale gratuito in cambio dell’indirizzo di posta elettronica del visitatore.

Una caratteristica essenziale di tutte le squeeze page è la totale assenza di distrazioni sulla pagina. Tutti gli elementi presenti su questo tipo di pagina sono focalizzati a un solo obiettivo: la cattura dell’indirizzo email.

In pratica è una sorta di vicolo cieco. Il visitatore ha solo due possibilità: o compilare il form oppure chiudere la pagina (o tornare indietro).

Personalmente non amo molto le squeeze page, anche perché il rischio può essere quello di ottenere lead di scarsa qualità. Persone che lasciano indirizzi farlocchi o usa e getta col solo scopo di scaricare un pdf.

Un buon lead magnet di permette di raccogliere contatti di buona qualità e in target. Un pessimo lead magnet genera pochi contatti oppure ne genera molti, ma di scarsa qualità.

Contenuti aggiuntivi

Una particolare variante di lead magnet è rappresentata dal cosiddetto content upgrade o contenuto aggiuntivo. Si tratta di un modo molto efficace di raccogliere indirizzi email con un buon livello di segmentazione. Cosa significa?

Te lo spiego con un esempio.

Supponiamo che tu sia un dentista e che, in un articolo del tuo sito/blog, affronti il tema delle gengive sensibili. All’interno o alla fine di questa pagina vai a inserire un modulo nel quale chiedi l’indirizzo email del visitatore, in cambio di un tuo video nel quale mostri come lavarsi i denti se si soffre di sensibilità gengivale.

Come avrai già intuito, un approccio di questo tipo è ben altra cosa rispetto al banale e generico “iscriviti alla newsletter”.

Adottando questa modalità ottieni subito due enormi vantaggi:

  • il primo è offrire ai tuoi visitatori un incentivo maggiore a iscriversi e questo significa più contatti per la tua lista;
  • il secondo è quello di aggiungere al singolo indirizzo email un’informazione importantissima che ti permette di sapere qual è l’interesse/problema associato a quella persona.

Riprendendo l’esempio del dentista, appare chiaro come sarà molto più semplice iniziare una conversazione via email sapendo che queste persone sono interessate al problema della sensibilità gengivale.

Immagina i vantaggi nell’adottare un sistema simile e inserire dei moduli di iscrizione associati a diversi contenuti aggiuntivi nelle pagine più visitate del tuo sito.

Se il tuo sito non genera volumi di traffico elevati, all’inizio concentrati soprattutto sulle pagine che generano più accessi. Se usi Google Analytics puoi scoprire quali sono, consultando il report Comportamento -> Contenuti del sito -> Pagine di destinazione.

È ovvio che questa tecnica richiederà del lavoro extra, ma credimi quando ti dico che, se saprai utilizzarla correttamente, lo sforzo sarà ampiamente ripagato.

Magari stai chiedendo: ok ma che differenza c’è tra un contenuto aggiuntivo e un lead magnet?

Te lo spiego subito. I contenuti aggiuntivi sono specifici e strettamente collegati al tema della pagina nella quale sono inseriti. I lead magnet sono invece più generici così da poter essere inseriti su molte pagine del tuo sito.

Webinar

Organizzare degli eventi on-line come i webinar è un ottimo modo per raccogliere indirizzi email di persone potenzialmente interessate alla tua offerta.

Grazie a un webinar inoltre hai la possibilità costruire sin da subito una relazione più forte con le persone, che possono vederti, ascoltarti e magari porti anche delle domande in diretta.

Se sei all’inizio con l’attività di email marketing e non hai ancora la completa padronanza dello strumento, probabilmente non è il caso di aggiungere subito un ulteriore livello di complessità integrando anche i webinar nel tuo sistema. Però tieni in considerazione questo strumento perché può essere molto valido.

Inoltre, ti suggerisco di valutare con attenzione le differenti possibilità di integrazione tra il tuo servizio di email marketing e la piattaforma da utilizzare per il webinar, come ad esempio Demio o WebinarJam.

Un servizio come ActiveCampaign si integra molto bene con la maggior parte degli strumenti utilizzabili per organizzare un webinar. Alcuni di essi però offrono solo delle integrazioni piuttosto basilari. Altri invece, grazie a un livello di integrazione più sofisticato, ti consentono di raccogliere molti più dati che puoi sfruttare per segmentare le persone che partecipano a un tuo webinar.

Più che la quantità, conta la qualità

Raccogliere centinaia o migliaia di contatti, di per sé, non è un traguardo. Raccogliere gli indirizzi di 1.000 persone, interessate solo a scaricare l’ennesimo ebook gratis da salvare nella cartella “Da leggere” sul loro desktop, insieme a decine di molti altri, e che molto probabilmente non leggeranno mai, non è un grande risultato.

Viceversa, 100 persone che hanno condiviso con me il loro indirizzo email dopo aver letto un mio contenuto e che sono interessate a saperne di più sull’argomento, sono decisamente più interessanti.

Che tipo di email inviare

Dopo aver scelto il servizio di email marketing adatto le tue esigenze e raccolto i primi iscritti alla lista, è giunto il momento di iniziare a scrivere qualche email 😉

Ed è qui che decidi se l’attività di email marketing si trasformerà in un prezioso alleato che farà crescere i tuoi profitti oppure in un pesante fardello al quale dedicare tempo e risorse senza ottenere nulla in cambio.

Con l’attività di email marketing puoi predisporre un sistema che, in modo automatico, permette di informare, educare e invogliare all’acquisto le persone presenti nella tua lista.

Per fare questo puoi sfruttare diverse tipologie di contenuto che possono essere sintetizzate in queste varianti:

  • il contenuto utile;
  • l’aggiornamento del blog/sito;
  • l’annuncio o l’offerta.

Un’email che fornisce informazioni utili ai tuoi iscritti è uno dei modi migliori per costruire una relazione e confermare alle persone che iscriversi alla tua newsletter è stata una buona scelta.

Di solito è anche uno dei modi migliori per iniziare a comunicare, ed è facile capire perché.

Fornire contenuti di valore, ossia che sono considerati molto utili da parte del tuo pubblico, ti permette di conquistare la loro fiducia e di essere considerato una persona degna di attenzione.

Del resto, se qualcuno ti invia consigli che migliorano la tua vita, non vedrai l’ora di ricevere la sua prossima email.

Un’altra possibilità è quella di usare l’email per promuovere i contenuti pubblicati sul tuo blog. Lo spirito deve essere sempre quello di fornire al tuo pubblico informazioni utili. Puoi usare il testo introduttivo dell’email per sollevare un problema e segnalare l’articolo pubblicato sul tuo blog come una possibile soluzione.

Sia nell’email di contenuto sia in quelle che invii per segnalare un nuovo articolo pubblicato sul tuo blog è molto importante inserire una chiamata all’azione, che non necessariamente deve essere un link verso qualcosa. Puoi anche chiedere alle persone di rispondere al tuo messaggio.

Ti consiglio infatti di tenere sempre in considerazione la natura bidirezionale delle email, lasciando quindi alle persone, e a volte sollecitandolo, la possibilità di rispondere ai tuoi messaggi. Evita di considerare questo strumento solo come una via di comunicazione unidirezionale da utilizzare per i tuoi annunci.

Attraverso l’email puoi inoltre inviare offerte, annunci e promozioni al tuo pubblico. L’obiettivo di questi messaggi è semplice: far acquistare un prodotto o servizio alle persone iscritte alla tua lista.

Tanto più sarai stato in grado di costruire una relazione col tuo pubblico e tanto più il prodotto/servizio offerto è in grado di rispondere ai bisogni e alle esigenze del tuo pubblico, maggiori saranno le probabilità di successo.

C’è chi preferisce martellare i contatti presenti nella lista con continui messaggi: COMPRA, COMPRA, COMPRA…

…e chi invece, quando si tratta di proporre un’offerta preferisce informare i propri contatti e chiedere loro se sono interessati. Solo allora, e solo alle persone che hanno manifestato interesse, viene inviata l’offerta. Personalmente preferisco di gran lunga questo secondo metodo.

Come misurare i risultati

Non voglio spaventarti, ma ti anticipo che c’è una buona probabilità che non tutte le persone che si sono iscritte alla tua lista diventino lettori assidui delle tue comunicazioni.

Imparerai che i due indicatori più immediati per misurare i risultati delle tue campagne di email marketing sono il tasso di apertura e il tasso di clic (o tasso di interazione).

Il tasso di apertura indica la percentuale di destinatari che ha aperto il messaggio che gli hai inviato. Il tasso di clic rappresenta invece la percentuale dei destinatari che hanno cliccato uno dei link presenti nel messaggio che gli ha inviato.

Un tasso di apertura compreso tra il 20 e il 40% rientra nella media. Queste percentuali però variano in base al tipo di messaggio, al settore nel quale operi e il tipo di pubblico quale ti rivolgi.

Un sondaggio condotto da MailChimp nel 2018 ha rivelato che il tasso di apertura medio delle campagne email è del 20,81%.

Il tasso di apertura non è un indicatore preciso al 100%. Alcuni programmi di posta o servizi di web mail impediscono infatti il corretto tracciamento delle aperture. Lo fanno soprattutto per tutelare maggiormente la privacy dei propri utenti. Tienilo quindi in considerazione quando valuti il tasso di apertura dei tuoi messaggi.

Apple, ad, esempio, ha introdotto modifiche molto restrittive per tutelare la privacy dei propri utenti. Questa tendenza, renderà probabilmente del tutto irrilevante una metrica come il tasso di apertura.

Il tasso di apertura è ancora oggi riportato da quasi tutti i servizi di email marketing, ma può essere considerato una vanity metric.

Il tasso di clic è invece un indicatore più affidabile e rileva un’azione reale effettuata dal destinatario del messaggio.

Vedere che i tuoi messaggi hanno dei bassi tassi di apertura non è sicuramente confortante, dato che ognuno di noi vorrebbe che il 100% dei destinatari ricevesse e aprisse le nostre comunicazioni. Considera però che alcuni dei tuoi destinatari probabilmente non vedranno nemmeno l’email che gli invii.

Per alcuni destinatari è possibile che i tuoi messaggi finiscano nella cartella dello spam o della posta indesiderata. Per altri, come quelli che utilizzano Gmail, buona parte delle newsletter viene raccolta nella cartella “Promozioni” anziché nella cartella della posta in arrivo principale.

A questo punto ti starai chiedendo come ottenere la massima visibilità per i tuoi messaggi. Te lo spiego nelle prossime sezioni della Guida Email Marketing.

Che formato usare per le tue email

Ogni giorno ti capiterà di ricevere numerose email da parte di siti e-commerce che ti propongono sconti su capi d’abbigliamento, offerte di viaggi a prezzi incredibili o prodotti in promozione.

Nella maggior parte dei casi, queste email sono molto colorate, ricche di immagini e formattate quasi come fossero dei volantini pubblicitari. In effetti, solo visualizzando l’anteprima di uno di questi messaggi e prima ancora di leggere una singola parola del testo, hai la certezza di trovarti di fronte alla solita, cara e vecchia pubblicità.

Non dico che questo formato sia sbagliato e non vada mai utilizzato. Se una persona si iscrive alla newsletter di un e-commerce per ricevere le offerte promozionali della settimana, di solito si aspetta di ricevere email formattate in un certo modo: ricche di immagini e con i link ai vari prodotti.

Quando però scrivi a un amico, non ti preoccupi di formattare l’email in modo che sembri una brochure. Ti limiti a scrivere le parole in modo che il tuo messaggio sia chiaro e facilmente comprensibile. Niente fronzoli e orpelli inutili.

Esempio di formattazione di una mail con ActiveCampaign
Esempio di formattazione di un messaggio su ActiveCampaign

Anche quando scrivi alle persone che hanno scelto di iscriversi alla tua lista ti suggerisco di utilizzare lo stesso approccio per dare un tocco più personale ai tuoi messaggi.

Anziché provare a stupire i tuoi lettori con una grafica elaborata, cerca piuttosto di verificare che il tuo messaggio sia perfettamente leggibile sui vari dispositivi.

Visto che la maggior parte dei servizi di email marketing ti consentono di formattare il testo dei messaggi, scegli un carattere chiaro e sufficientemente grande (ti consiglio almeno 14 o 15 pixel di grandezza).

Inoltre, prova sempre a spedire anche a te stesso i messaggi prima di inviarli alla tua lista e controlla il messaggio sia sul tuo computer sia sullo schermo dello smartphone o di un tablet. In questo modo potrai verificare che sia facile da leggere e senza errori. Non c’è niente di peggio che ricevere un email sullo smartphone e doverla zoomare con le dita per poterla leggere.

Esempio di test di una campagna email prima dell'invio
Puoi facilmente personalizzare il titolo della mail, il testo di anteprima e provare a inviare il messaggio al tuo indirizzo email per fare dei test

Condurre questi test è semplice e richiede pochi secondi. La maggior parte dei servizi di email marketing permette di inviare facilmente delle email di prova. Ti consiglio poi di salvare tra i preferiti questo indirizzo: https://www.mail-tester.com/. Si tratta di un tool gratuito che ti consente di testare il grado di “spammosità” del tuo messaggio.

In altre parole, prima di inviare l’email a tutti i contatti presenti nella tua lista, potrai verificare la probabilità che il tuo messaggio venga classificato come spam. Ti consiglio di fare spesso questo controllo, in modo da individuare eventuali problemi.

Come ulteriore controllo (sì sono un po’ paranoico su queste cose ;)) ti suggerisco di iscrivere anche te stesso alla tua lista. Così potrai verificare ogni volta cosa ricevono gli iscritti alla tua lista.

Invia i messaggi col tuo nome

Sempre restando in tema di semplicità, ti consiglio di usare il tuo nome come mittente delle email. Evita di far sembrare i tuoi messaggi come provenienti da un’entità astratta, ma aggiungi sempre il nome di una persona reale alle tue comunicazioni (o a quelle della tua azienda).

Ricorda che stai cercando di costruire una relazione con le persone. Ed è più facile costruire una relazione con Mario Rossi piuttosto che con qualcosa che si firma Newsletter XYZ.

Per la stessa ragione evita di inviare le tue email da indirizzi come noreply@… dato che sono estremamente impersonali e comunicano il desiderio di non essere disturbati.

Un altro requisito obbligatorio richiesto da molti servizi di email marketing riguarda l’inserimento del tuo indirizzo fisico (o quello della tua azienda) in coda a ogni messaggio email. Questo per essere conformi alla normativa CAN-SPAM statunitense (Controlling the Assault of Non-Solicited Pornography and Marketing).

Come convincere le persone ad aprire le tue email

Non è sicuramente piacevole dedicare ore alla preparazione di un messaggio per poi scoprire che l’email inviata è stata aperta da meno del 10% degli iscritti la tua lista. Per questo motivo è fondamentale fare tutto il possibile per cercare di migliorare il tasso di apertura delle tue email.

Come ho già detto prima, ritengo abbastanza inutile sprecare tempo ed energie sull’analisi dei tassi di apertura, dato che si tratta di una metrica poco attendibile. Rimane però il fatto che bisogna fare in modo che le persone aprano le mail.

L’importanza dell’oggetto delle email

Uno dei fattori che influenzano l’apertura di un email è l’oggetto, ossia il titolo del messaggio. Quelle poche parole che vediamo quando apriamo il nostro programma di posta ci convincono se vale la pena cliccare per leggere il messaggio oppure ignorarlo o addirittura cancellarlo direttamente senza aprirlo.

Non ti voglio qui fornire formulette magiche con le parole da utilizzare nell’oggetto delle tue email. Il miglior consiglio che ti posso dare però è quello di sperimentare e misurare i risultati. Dedica del tempo alla scelta delle parole da utilizzare nell’oggetto delle email. È necessario che il titolo sia breve e che stimoli e generi curiosità nel destinatario.

Molti servizi di email marketing, come ActiveCampaign, consentono di effettuare degli split test sui messaggi. In questo modo è possibile preparare più versioni di un messaggio, o anche solo dell’oggetto del messaggio da inviare a un numero ridotto di destinatari, così da testare quale versione funziona di più e genera il maggior numero di aperture. Una volta individuata la versione vincente, questa viene automaticamente inviata a tutti gli altri destinatari presenti nella lista.

A/B test per le tue email
Effettuare degli split test è fondamentale per mettere alla prova le tue ipotesi

Adottare un simile approccio costa pochi minuti in più, ma ti consente di ottenere incredibili miglioramenti nei tassi di apertura e massimizza i risultati dei tuoi sforzi.

Considera però che, in linea generale, il mittente dell’email conta molto, ma molto di più rispetto all’oggetto. Quindi cerca soprattutto di fare in modo che i destinatari aprano le email perché le hai mandate tu, non perché li hai “tratti in inganno” con un titolo furbo ;)

A che ora e in che giorno inviare le email

Un altro importante fattore che può influenzare tassi di apertura è l’orario nel quale decidi inviare le tue email.

Un’analisi condotta da Hubspot ha rilevato che l’orario migliore per inviare email verso un pubblico B2B sono le 11 del mattino. I giorni migliori sono il martedì, seguiti dal mercoledì e dal lunedì.

Nonostante siano state pubblicate numerose statistiche con indicazioni sull’orario più indicato e il giorno alla settimana migliore per l’invio, anche in questo caso il mio consiglio è quello di sperimentare e misurare in prima persona. Questo perché ogni pubblico è diverso.

Solitamente inviare email di primo mattino può non essere una buona idea. Questo perché, quando il destinatario aprirà il suo programma di posta, il tuo messaggio rischia di finire in mezzo alle decine di altri messaggi accumulati dal giorno prima.

Un invio effettuato in tarda mattinata o nel primo pomeriggio ha probabilmente maggiori possibilità di arrivare su una casella di posta che è già stata liberata da gran parte della “spazzatura”.

Tieni inoltre in considerazione il tipo di pubblico quale ti rivolgi. Se è principalmente B2B è meglio evitare di contattarlo la sera o nei weekend. Momenti invece nei quali può avere senso contattare una clientela B2C.

Però sottolineo ancora una volta l’importanza di effettuare test sul tuo pubblico e di misurare i risultati. Evita di applicare ciecamente consigli e metodi solo perché hai letto che hanno funzionato per qualcun altro.

L’importanza della deliverability

Il concetto di deliverability, che in italiano si può tradurre con un termine come recapitabilità o erogabilità (non so quale dei due sia più brutto ;)), è di fondamentale importanza per ogni attività di email marketing.

Con questo termine si intende la capacità di un messaggio di arrivare effettivamente nella casella di posta del destinatario, superando i vari filtri antispam applicati dai vari email provider.

Inviare da server non autenticati, inviare usando come mittente un indirizzo email gratuito (tipo gmail, yahoo, hotmail…), usare termini comunemente usati dagli spammer, inserire link abbreviati (con servizi come bitly, ShortURL…), sono tutti segnali che possono far scattare la ghigliottina dei sistemi antispam e impedire al tuo messaggio di raggiungere il destinatario.

Ma non solo, anche non inserire o rendere poco visibile il link che permette alle persone di cancellarsi dalla tua newsletter può incidere sulla deliverability.

La spiegazione molto semplice. Se una persona non è più interessata a ricevere i tuoi messaggi e non trova un modo facile per cancellarsi, è probabile che contrassegni il tuo messaggio come spam così da filtrarlo automaticamente.

Se molte persone contrassegnano i tuoi messaggi come spam, questo ha un impatto negativo sulla tua reputazione come mittente. Di conseguenza la tua deliverability non potrà che peggiorare e i tuoi messaggi faranno sempre più fatica a raggiungere le caselle di posta dei destinatari.

Per questo motivo i servizi di email marketing rendono obbligatorio inserire il link che permette ai destinatari la rimozione del proprio indirizzi email dalla lista. Il mio consiglio è quello di evitare di rendere poco visibile questo link, usando “trucchi” come formattandolo con un testo molto piccolo o con un colore che si confonde con lo sfondo del messaggio. Non è rendendo difficile alle persone di andarsene che puoi costruire un pubblico di lettori fedeli e affezionati.

Alcuni strumenti utili da usare prima di inviare le tue email

Per concludere, ti voglio segnalare anche un paio di servizi utili e gratuiti che ti consiglio di utilizzare prima di inviare le tue email, DEM e newsletter.

Il primo è molto famoso e si chiama mail-tester.com. Visitando questa pagina troverai un indirizzo email che dovrai utilizzare per inviare la tua newsletter di prova. Una volta inviata potrai poi controllare il suo punteggio per verificare il livello di “spammosità” 😉.

Il secondo è litmus.com/gmail-tabs e ti permette di verificare in quale categoria di Gmail sarà inserito il tuo messaggio: se nella scheda

Mantenere pulita la tua lista contatti

Un altro suggerimento per mantenere su ottimi livelli la deliverability dei tuoi messaggi consiste nel mantenere pulita la lista dei contatti. Quasi tutti i servizi di email marketing disattivano e ripuliscono automaticamente gli indirizzi email che risultano inesistenti, magari perché non più attivi oppure per altre ragioni. È opportuno però effettuare anche una pulizia regolare di quei contatti che da molto tempo non aprono i tuoi messaggi e non cliccano sul link contenuti nelle tue email.

Anziché considerare ogni indirizzo email acquisito come un qualcosa da conservare per sempre a tutti costi, è auspicabile avere nella tua lista solo persone realmente interessate ai tuoi contenuti.

Quindi se in una lista di 1.000 iscritti, ci sono 200 contatti che da più si 6 mesi non aprono e non cliccano le email che invii settimanalmente, forse è il caso di rimuoverli. Prima di farlo ti consiglio però di inviare loro (e solo a loro) un’email specifica per sollecitarli a confermare il loro interesse nel ricevere i tuoi messaggi, specificando che altrimenti saranno automaticamente rimossi della lista.

Questo perché, come detto in precedenza può darsi che alcune persone che aprono le tue email non vengano tracciate come aperture all’interno delle statistiche. Inviando un’email per richiedere la conferma è il modo migliore per essere certi di andare a rimuovere dei contatti che non leggono e non interagiscono più con i tuoi messaggi.

Quest’operazione ti consente anche di ridurre i costi del servizio di email marketing, evitando di pagare per contatti che praticamente è come non avere, dato che non leggono nessuno dei tuoi messaggi.

In base alle dimensioni della tua lista e al tasso di crescita dei contatti potrebbe aver senso effettuare un’operazione di pulizia ogni sei mesi o almeno una volta all’anno.

Email Marketing Automation e autorisponditori

In questa guida ho già citato il concetto di autorisponditore. Si tratta di una funzione che rappresenta il livello più semplice e immediato di automazione nelle attività di email marketing.

Se stai utilizzando per la prima volta un servizio di email marketing, ti consiglio di iniziare a far pratica con gli autorisponditori prima di avventurarti in logiche di automazione più sofisticate.

Non esiste una regola fissa e uguale per tutti su come impostare un autorisponditore, ma devi costruirla e adattarla in base al tuo pubblico e le tue esigenze.

Potresti impostare un autorisponditore per quando un visitatore compila un modulo sul tuo sito per scaricare un ebook gratuito e un altro tipo di autorisponditore per chi si iscrive a un tuo webinar e un altro ancora per chi acquista un prodotto sul tuo sito e-commerce.

Una sequenza piuttosto comune di autorisponditore può prevedere:

  • un’email di benvenuto da inviare quando una persona si iscrive alla tua lista;
  • alcune email contenenti informazioni utili per educare e mantenere coinvolte le persone (quello che si definisce lead nurturing);
  • un’email con l’offerta per l’acquisto di un prodotto/servizio, magari con una data di scadenza della promozione;
  • alcune email con testimonianze, casi di successo, risposte alle domande più frequenti per stimolare anche le persone più titubanti che ancora non hanno effettuato l’acquisto;
  • un email che comunica l’imminente chiusura della promozione con un’ultima chiamata all’azione.

Questo è un tipico esempio di quello che può essere un autorisponditore. Terminata la sequenza poi è possibile attivarne altre e ripetere il ciclo con altre campagne e altre eventuali promozioni.

Nella versione più semplice gli autorisponditori sono un sistema piuttosto statico e “stupido”, in quanto non tengono conto delle azioni del pubblico e delle loro interazioni con i messaggi.

Immagina un autorisponditore che continua a mandare email per sollecitare l’acquisto di un prodotto a persone che l’hanno già acquistato. Sarebbe inutile, fastidioso e controproducente. Non trovi?

Per questo motivo molti servizi di email marketing oltre ad offrire la semplice creazione di autorisponditori hanno da tempo introdotto funzionalità di automazione più sofisticate.

Si tratta di automazioni che permettono di personalizzare sia il comportamento delle sequenze di email, sia il loro contenuto. Inoltre, rendono più semplice classificare e organizzare i contatti sulla base degli interessi delle persone e sul loro grado di interazione con i tuoi contenuti e persino avvisarti quando qualcosa merita la tua attenzione.

Sistemi di email marketing automation come ActiveCampaign ti consentono di impostare molteplici tipi di automazioni che possono attivarsi quando una persona:

  • si iscrive a una tua lista;
  • compila un modulo presente sul tuo sito;
  • apre una tua email;
  • clicca su qualsiasi o su un particolare link contenuto in un determinato messaggio;
  • visita una particolare pagina del tuo sito;
  • condivide o inoltra a qualcuno l’email che gli hai inviato;
  • risponde a una tua email;
  • effettua un acquisto sul tuo sito e-commerce o abbandona il carrello senza completare l’acquisto;
  • aggiorna i suoi dati di contatto;

Inoltre, è possibile avviare degli automatismi anche in base a una data buon orario specifico o quando si verificano altri eventi personalizzati.

Servizi come ActiveCampaign dispongono anche di funzionalità di CRM, che li rendono soluzioni complete di marketing automation. Altri servizi invece consentono di automatizzare solo le attività relative alla gestione delle email.

Tag e segmentazione

Un altro aspetto chiave delle attività di email marketing è rappresentato dalla segmentazione dei contatti. È opportuno infatti abituarsi a considerare la propria lista non come un insieme omogeneo di persone, ma come gruppi di persone che hanno o possono avere interessi distinti.

Segmentare i contatti ti offre il vantaggio di potergli inviare contenuti sempre più personalizzati in linea con le loro esigenze e interessi.

Puoi segmentare sia nella fase di acquisizione del contatto, sia in seguito, basandoti cioè sul comportamento di queste persone.

Una delle modalità più diffuse per gestire la segmentazione da parte dei principali servizi di email marketing è quella basata sui tag. Il concetti di tag è ormai entrato nell’uso comune.

Se per caso non ti è familiare, pensa ai tag come a delle etichette che ti permettono di classificare delle entità, in questo caso le persone iscritte alla tua lista.

Non c’è limite al numero di tag (etichette) che puoi applicare a un contatto della tua lista. Ogni tag aggiunge un’informazione in più su quel contatto. Ecco alcuni esempi:

  • il lead magnet o il contenuto che ha generato la sua iscrizione;
  • i suoi interessi raccolti in base ai link che ha cliccato all’interno delle tue email;
  • il suo comportamento in base alle azioni che ha compiuto: un tag per chi si è iscritto a un webinar e un altro tag per chi ha anche partecipato a quel webinar.

È possibile assegnare questi tag sia manualmente sia automaticamente. Puoi impostare un sistema totalmente automatizzato per etichettare come “Non attivi” tutti i contatti che negli ultimi 6 mesi non hanno aperto una delle tue email ed etichettare come “Coinvolti” quelli che hanno aperto e cliccato almeno una delle tue email negli ultimi 14 giorni.

Un paio di consigli utili: adotta delle regole, un sistema per assegnare il nome dei tag. Altrimenti dopo qualche mese rischi di non ricordarti più per quale ragione hai creato quel tag.

Inoltre, se il tuo sistema di email marketing lo permette, impara a sfruttare anche i campi personalizzati. Un vantaggio dei campi personalizzati è quello che ti permettono di conservare i dati in forma univoca e ti evitano di dover creare troppe regole per assegnare e rimuovere i tag ai contatti.

Grazie ai tag e ai campi personalizzati hai inoltre l’opportunità di personalizzare i contenuti inviati al tuo pubblico. Spesso molte persone intendono la personalizzazione semplicemente aggiungendo il nome del destinatario all’inizio dell’email. Questa non è una vera personalizzazione ma semplicemente l’inserimento di una variabile all’interno di un testo.

Se invii un’email iniziando con il nome della persona ma il contenuto del messaggio è lontano dai suoi interessi e dalle sue esigenze, non si sentirà più coinvolto solo perché ha letto il suo nome l’inizio. Tanto è consapevole che la stessa email l’hai inviata ad altre centinaia o migliaia di persone.

Personalizzazione significa poter inviare contenuti in linea con gli interessi espressi in precedenza da quella persona e soprattutto evitare quelli per i quali ha mostrato disinteresse.

Qui trovi un approfondimento sull’impiego di tag e campi personalizzati nell’email marketing.

Segmentazione dei contatti

La segmentazione, come puoi intuire, è un metodo molto efficace per servire al meglio il tuo pubblico e ottenere risultati migliori nella tua attività di email marketing. Almeno una fase iniziale però ti consiglio di non esagerare nella creazione di troppi segmenti. Ti suggerisco di concentrarti soprattutto nell’identificare i contatti più attivi e quelli meno attivi e di creare segmenti basandoti sugli aspetti che sono più interessanti per il tuo business.

Criteri sensati per una segmentazione dei tuoi contatti potrebbero essere:

  • settore merceologico nel quale operano;
  • livello di consapevolezza del contatto o fase del funnel nel quale si trova (awareness, considerazione, interesse);
  • area geografica nella quale si trovano;
  • lingua;
  • ruolo lavorativo.

Se per te è importante separare i contatti che sono singoli professionisti o titolari di piccole attività, da chi invece dirige aziende di medie e grandi dimensioni, è opportuno trovare il modo per segmentare i tuoi contatti sulla base di questi criteri.

Puoi inviare ai tuoi contatti un’email facendo loro una semplice domanda e invitandoli a cliccare un link se sono professionisti e un altro se sono titolari di un’azienda. Ovviamente tali link è meglio che puntino pagine contenenti informazioni utili per loro.

Usando un sistema di email marketing come ActiveCampaign è facilissimo taggare in modo diverso i contatti che cliccano su uno o sull’altro link. Già con una semplice azione di questo tipo hai ottenuto un’informazione molto preziosa che ti permetterà di comunicare meglio futuro con queste persone.

Non c’è sempre bisogno di far compilare lunghi questionari alle persone per raccogliere informazioni.

Inizia subito…

Fare email marketing può essere molto impegnativo, non te lo nascondo. Ma quale attività in grado di produrre risultati non lo è?

Seguendo i consigli che trovi in questa guida hai la possibilità di partire oggi stesso ed evitare molti degli errori che la maggior parte delle persone, tra le quali anche io in passato, hanno commesso e continuano a commettere anche oggi.

All'interno di questa pagina sono presenti alcuni link di affiliazione verso siti esterni. Tali link mi permettono di guadagnare una piccola commissione nel caso in cui tu acquisti tali prodotti o servizi. Le opinioni espresse sono esclusivamente personali e, in nessun caso, ricevo dei compensi per effettuare recensioni positive.

6 commenti su “Guida Email Marketing”

  1. Ciao Tiziano, come sempre le tue guide sono chiare, semplici e stimolano a fare sempre meglio.
    Ti contatterò a breve per una consulenza. Intanto grazie!

    Rispondi
  2. Serietà e correttezza le migliorie doti unite a competenza. Cos’altro dire?
    Tra i migliori conosciuti.
    Attilio

    Rispondi

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