Nell’affollato panorama dei servizi che permettono di fare email marketing, perché dovresti considerare Bento? In questo articolo provo a spiegarti perché.
Si tratta di un servizio poco conosciuto ma che offre un’esperienza di utilizzo e delle peculiarità molto interessanti che lo distinguono dalla maggior parte degli altri servizi.
Servizio lanciato nel 2018, offre una soluzione integrata per gestire le principali attività di email marketing automation. Include funzionalità come il tracciamento dei visitatori e degli eventi sul sito, la chat e la possibilità di inviare sia email di marketing che transazionali.
- Potente sistema di automazione basato su eventi
- Supporto linguaggio Liquid
- Ottima deliverability
- Tutte le funzionalità offerte in un unico piano
- Supporto facilmente accessibile e rapido nelle risposte
- Può essere un po’ complicato da usare per gli utenti meno esperti.
- Alcune limitazioni nella gestione delle automazioni basate sugli orari.
Tipologia | SaaS |
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Prezzo | da $30/mese |
Da segnalare | 30 giorni di prova gratuita |
Bento offre tutte le principali funzionalità presenti nella maggior parte degli ESP (Email Service Provider):
- gestione dei contatti;
- possibilità di segmentarli utilizzando tag e campi personalizzati;
- un sistema per automatizzare delle operazioni quando si verificano determinate condizioni;
- report per analizzare i risultati ottenuti dall’attività di email marketing.
Si differenzia però dalla maggior parte degli ESP per alcune caratteristiche, come ad esempio:
- essere dotato di un sistema di automazione interamente basato sugli eventi (ti spiego nel resto dell’articolo cosa significa);
- non utilizza le liste;
- permette di tracciare i visitatori del sito prima ancora che diventino contatti identificati con un indirizzo email;
- offre la possibilità di inviare le email broadcast in batch anziché tutte in un unico momento (ti spiegherò i vantaggi);
- mette a disposizione anche una chat, una semplice kanban board (tipo Trello) e la possibilità di creare sondaggi senza dover acquistare altri servizi;
- include un sistema di verifica e validazione degli indirizzi email per evitare di riempire la lista con indirizzi email non validi;
- la possibilità di gestire separatamente più siti/business all’interno di un unico account.
Inoltre, altri aspetti molto positivi che ho trovato in Bento sono:
- un’interfaccia molto veloce da utilizzare;
- l’ampio supporto per il linguaggio Liquid, che è possibile utilizzare nelle email, nei campi personalizzati, nei tag e nelle automazioni;
- la separazione tra le automazioni e le sequenze di email;
- la possibilità di inviare sia email di marketing sia email transazionali tramite le automazioni senza dover acquistare servizi o pacchetti extra;
- la presenza di un piano unico di abbonamento che comprende tutte le funzionalità offerte da Bento;
- la possibilità di creare molte automazioni all’interno di un’unica area, potendo così organizzare in modo più efficiente i vari workflow;
Vediamo però ora più in dettaglio alcune delle principali caratteristiche di questo servizio.
Marketing automation basata sugli eventi
Su Bento le automazioni si possono gestire in una sezione chiamata Flows e ogni automazione è un Flow.
È importante capire i meccanismi e le logiche di funzionamento di Bento, perché ci sono numerose differenze rispetto a quanto accade sulla maggior parte delle altre piattaforme di email marketing.
Una prima differenza è che su Bento è possibile inserire numerose automazioni all’interno di un unico Flow, avendo quindi la possibilità di avere una panoramica di molteplici automazioni all’interno di un’unica schermata. Questo rende più semplice gestirle.
Con altri ESP invece, è necessario creare automazioni diverse per gestire tutte le attività relative a un particolare progetto e questo può rende difficoltoso avere a portata di mano il quadro generale.
Inoltre, come su altri ESP l’automazione può essere avviata quando a un contatto è assegnato o rimosso un tag, quando compila un form oppure clicca un link presente in una mail. Questi eventi, nel gergo delle automazioni vengono definiti trigger, termine che si traduce con innesco; dato che il trigger innesca ossia attiva un’automazione.
Con Bento invece non si è limitati dai trigger messi a disposizione da questo servizio. Qualunque evento che noi inviamo a Bento può essere utilizzato come trigger: la compilazione di un form, una pagina che viene visitata, un link che viene cliccato, un video che viene visualizzato, un evento inviato tramite Zapier, un acquisto effettuato via Stripe…
Utilizzando altri ESP è spesso necessario assegnare un tag per far scattare delle automazioni. Con Bento no. È l’evento stesso che può essere utilizzato per attivarne una.
Questo sistema basato sugli eventi porta ulteriori vantaggi:
- non è necessario creare una grande quantità di tag che vengono utilizzate solo per avviare delle automazioni;
- ogni evento può essere accompagnato da una serie di dettagli aggiuntivi che possono essere utilizzati nel corso di un’automazione, cosa che invece non è possibile fare con i tag.
Ecco un esempio.
Su un sito WordPress sul quale è attivo un plugin come LearnDash per offrire corsi agli studenti, è possibile inviare un evento a Bento ogni volta che uno studente completa una lezione.
Se volessi tracciare l’attività di ogni studente per potergli inviare email mirate in base a come procede il suo percorso di apprendimento, con molti altri ESP dovrei assegnare un tag ogni volta che completa una lezione. Per distinguere le varie lezioni, se il corso è composto da 20 lezioni, dovrei creare 20 tag.
Invece, con Bento, è sufficiente inviare un evento che contiene il titolo del corso e il titolo della lezione, senza dover assegnare 20 tag. Inoltre posso usare i dettagli dell’evento anche all’interno della mail inviata al contatto.
Questa cosa potrebbe apparire un dettaglio di scarsa rilevanza e utilità, ma ti assicuro che passare da un sistema seppur potente come ActiveCampaign a Bento, apre le porte a numerose possibilità.
Supporto al linguaggio Liquid
Il Liquid template language è un’invenzione di Shopify. Però, oltre a essere utilizzato da Shopify, è stato adottato anche da diversi ESP come ConvertKit, Drip e Customer.io. Anche Bento lo utilizza ampiamente ed è una delle funzionalità che apprezzo di più.
Grazie al linguaggio Liquid è possibile rendere ancora più sofisticate e personalizzate sia le automazioni, sia il contenuto delle email.
Non tutti gli ESP permettono di rendere dinamico e condizionale il contenuto delle email inviate. Di conseguenza, l’unica soluzione è quella di creare email diverse da inviare ai diversi segmenti.
Sfruttare il contenuto condizionale permette invece di scrivere un’unica email, all’interno della quale alcuni contenuti sono visibili solo a determinati destinatari. Questo significa email più rilevanti per il tuo pubblico ed evitare la fatica di dover creare 10 email per 10 segmenti.
ESP come ActiveCampaign non supportano il linguaggio Liquid, ma offrono un sistema proprietario per gestire il contenuto condizionale all’interno delle mail. Nel caso di ActiveCampaign però, questa funzionalità non è presente nel piano Lite, ma solo in quelli superiori. Inoltre, il linguaggio Liquid è più potente rispetto alle possibilità di personalizzazione disponibili con ActiveCampaign.
Altre funzionalità di Bento
Jesse Hanley, il creatore di Bento, ha introdotto alcune funzionalità che raramente si trovano su altri servizi, ma che risultano molto comode.
Invio email in lotti
Soprattutto quando si cambia servizio di email marketing, è molto importante effettuare una fase di riscaldamento (in gergo è chiamata appunto warmup) per evitare eventuali problemi e rischiare di essere classificati come potenziali spammer. Per migliorare l’email deliverability è preferibile procedere a una serie di invii a piccoli gruppi anziché partire subito con invii massivi a tutta la lista dei propri contatti.
Bento offre un servizio che raramente ho trovato in altri ESP. Si tratta della possibilità di programmare l’invio di una mail broadcast in lotti.
In pratica, anziché inviare una mail a tutti i destinatari in un colpo solo, è possibile inviarla a lotti più piccoli intervallati tra loro. Ad esempio 100 invii ogni 60 minuti, 15 invi ogni 30 minuti, 200 invii al giorno… Puoi scegliere quello che vuoi.
Un ulteriore vantaggio dell’invio in lotti è che ti consente di mettere in pausa una campagna, modificare il contenuto del messaggio e poi riprendere l’invio. Con molti altri servizi, una volta inviata una mail non è possibile interrompere l’invio. Con Bento invece c’è la possibilità di farlo.
Tag con la data di scadenza e gruppi di tag
Su Bento è possibile creare dei tag che hanno una data di scadenza, ossia che vengono rimossi da un contatto dopo un certo numero di giorni o di mesi da quanto sono stati assegnati.
Su tutti gli ESP che fanno ampio uso dei tag, spesso il problema è che gli utenti tendono a esagerare nella creazione di tag per qualsiasi esigenza. Questo può portare a contatti con decine di tag assegnati che però non servono più a nulla.
Una buona pratica è quella di gestire tramite le automazioni non solo l’aggiunta, ma anche la rimozione dei tag, qualora non siano più necessari. Con Bento non è necessario farlo, dato che basta impostare una data di scadenza al tag.
Un’altra funzionalità utile, sempre riguardante i tag, è quella che permette di configurare un gruppo di tag per fare in modo che a ogni contatto possa essere assegnato solo un tag all’interno di quel gruppo.
A cosa potrebbe mai servire qualcosa del genere? Ecco un esempio.
Se crei un gruppo contenente 3 tag del tipo: lead, mql, cliente puoi fare in modo che solo uno di questi 3 tag possa essere attivo su ogni contatto. Questo ti evita di dover creare un’automazione che quando un contatto diventa mql (Marketing Qualified Lead), viene rimosso il tag lead e che quando diventa cliente venga rimosso il tag mql. Oppure, peggio ancora, che a un contatto rimangano assegnati più tag in contrasto tra loro.
Bento non usa le liste
La maggior parte dei servizi di email marketing adotta ancora il concetto di lista per tenere separati i contatti raccolti. Questa scelta non è necessariamente sbagliata ma molto spesso crea più confusione che vantaggi. Quante liste devo creare? Quando uso le liste e quando i tag? …e così via.
Bento ha scelto di non utilizzare le liste ma di basare la segmentazione dei contatti sui tag e soprattutto sugli eventi e i campi personalizzati.
Inoltre, con Bento è più facile, rispetto ad altri ESP, gestire diversi siti e diverse attività all’interno di un unico account. È infatti possibile creare diversi profili all’interno di Bento per gestire domini differenti senza dover attivare più account. In questo modo le attività restano perfettamente separate, ma pago solo un unico abbonamento.
Email di marketing e transazionali
Email inviate a tutti i contatti, oppure inviate come parte di un’automazione o di una sequenza di benvenuto sono classificate come email di marketing. Le email transazionali sono invece quelle email inviate come risposta a una richiesta dell’utente.
L’invio di una newsletter è una tipica email di marketing, la mail contenente le informazioni per il recupero della password è un tipico esempio di email transazionale.
Altri esempi:
Ti voglio segnalare un prodotto? Ti invio una mail di marketing.
Ti devo inviare il link per prenotare tramite Calendly una consulenza che hai acquistato? Ti mando una mail transazionale.
Bento ti permette di inviare entrambi i tipi di email. La principale differenza è che le email di marketing possono essere inviate solo agli utenti iscritti, mentre le email transazionali possono essere inviate anche ai contatti che hanno cliccato il link di disiscrizione dalla nostra newsletter.
Ti segnalo inoltre che Bento utilizza Sendgrid come infrastruttura per l’invio delle email e gli indirizzi IP utilizzati per l’invio di email transazionali sono differenti rispetto a quelli usati per l’invio delle email di marketing.
Supporto a portata di mano
Bento è una creazione di Jesse Hanley, che da quasi 6 anni porta avanti questo progetto insieme ad altri collaboratori.
Essendo una piccola società, con Bento è possibile dialogare direttamente con Jesse Hanley, il creatore di questo servizio. È possibile farlo attraverso la piattaforma Discord. Entrando a far parte della community, oltre a imparare a usare meglio questo strumento è possibile ottenere aiuto, segnalare bug e anche eventuali nuove funzionalità che spesso vengono prese in considerazione e implementate su Bento.
Preciso però che la community su Discord e la documentazione di Bento sono in lingua inglese.
Aspetti da migliorare
Utilizzando anche altri servizi di email marketing trovo inevitabile effettuare dei confronti e delle valutazioni, che voglio condividere qui con te, anche per evidenziare alcuni aspetti di Bento meno positivi.
Ad esempio, impostare automazioni basate su orari precisi, può essere un po’ più complicato con Bento. Ad esempio su ActiveCampaign quando si vuole impostare un ritardo all’interno di un’automazione, l’intervallo di tempo minimo che è possibile impostare è di 5 minuti. Su Bento, il minimo sono 30 minuti. Questo può rendere più difficoltoso l’esecuzione di automazioni che richiedono l’invio di una mail a un orario preciso.
Un altro aspetto da segnalare riguarda la documentazione disponibile sul sito che al momento è discreta come quantità ma che non copre tutte le funzionalità messe a disposizione da Bento. Per imparare a utilizzare al meglio il prodotto è infatti caldamente consigliato frequentare la community su Discord e cercare tra le varie conversazioni.
Quanto costa Bento?
Bento offre a tutti i clienti le stesse funzionalità. Non ci sono 4 o 5 piani tra i quali scegliere, ma un unico piano che include tutto quello che Bento ha da offrire. Trovo questo un aspetto molto positivo.
Inoltre, è possibile provare gratuitamente il servizio per 30 giorni. Il prezzo base dell’abbonamento a Bento è di $30 al mese che include 3.000 contatti identificati con un indirizzo email.
Tieni presente che, su Bento, anche se un contatto non è iscritto alle tue email di marketing, lo puoi comunque contattare per l’invio di email transazionali. Per questa ragione viene considerato comunque un contatto.
Su Bento non sono previste fasce di prezzo rigide legate al numero di contatti, ma paghi per i contatti effettivi che sono presenti nel tuo account. Questo significa che, a differenza di altri ESP, dove al raggiungimento del 2.501esimo contatto, si è obbligati a passare al piano che prevede 5.000 contatti. Con Bento, il passaggio da 3.000 contatti a 3.001 contatti costa solo $0,01 in più.
Considerazioni finali
Bento è un servizio di email marketing automation che ha molto da offrire. È particolarmente orientato a chi cerca uno strumento che permetta di creare automazioni sofisticate. Business che operano nel settore dei Software as a Service, siti membership, creator digitali sono alcune delle realtà che potrebbero trarre benefici da questo servizio di email marketing.
Per chi invece è solo alla ricerca di uno strumento per inviare newsletter Bento è decisamente sovradimensionato.
Ti segnalo alcuni aspetti che ritengo fondamentali per valutare se Bento può essere o meno una soluzione adatta a te.
Il primo è che l’interfaccia di Bento, la documentazione, la community su Discord e il supporto parlano una sola lingua: l’inglese. Quindi se questo rappresenta un ostacolo, Bento non è il servizio adatto a te.
Un altro fattore da considerare è che Bento può non essere facilissimo da padroneggiare per chi ha poca o nessuna esperienza con questi strumenti. È necessario comprendere come funzionano gli eventi, avere familiarità anche con servizi come Zapier e Make e con il concetto di webhook.
Ti segnalo anche che, per chi utilizza WordPress, Bento è supportato da WP Fusion e grazie a questo plugin è possibile sfruttare al meglio tutte le capacità offerte da Bento sul tuo sito WordPress.