L’email deliverability rappresenta la capacità di un messaggio email di arrivare nella casella di posta del destinatario. In pratica non si tratta di considerare solo il semplice fatto che l’email raggiunga il destinatario, ma soprattutto che il messaggio non vada a finire nella cartella dello spam o della posta indesiderata. Oppure che venga addirittura bloccato prima.
Avere una pessima deliverability significa scrivere e inviare messaggi che la maggior parte dei destinatari non vedrà nemmeno. Per questo è importante fare di tutto per migliorarla.
Verificare che gli indirizzi inseriti nella propria lista siano validi è fondamentale per cercare di raggiungere ottimi livelli di deliverability.
DKIM, SPF, DMARC ma non solo
Oltre a impostare correttamente DKIM (DomainKeys Identified Mail), SPF (Sender Policy Framework) e DMARC (Domain-based Message Authentication, Reporting & Conformance) a livello di dominio, esistono molti altri aspetti da curare per mantenere una buona deliverability delle proprie email.
Utilizzare liste di indirizzi email provenienti da chissà dove, essere inseriti in blacklist, venire frequentemente bollati come spammer dai destinatari, sono solo alcuni dei numerosi fattori che possono impattare negativamente sul livello di email deliverability.
È importante inoltre controllare la qualità degli indirizzi email presenti nella propria lista.
Gli strumenti per controllare la validità e qualità degli indirizzi email
Esistono numerosi servizi come NeverBounce, ZeroBounce e QuickEmailVerification, giusto per citarne alcuni, che possono aiutarci a verificare la validità e la qualità degli indirizzi email.
Più o meno tutti questi servizi, consentono di caricare una lista di indirizzi email, per sapere quali sono validi e quali non più attivi o inesistenti.
Prima di caricare un elenco di indirizzi email sul tuo servizio di email marketing e procedere all’invio di una campagna, ti suggerisco di verificarli con uno di questi strumenti. Questo per evitare che molte delle email che invii generino dei bounce. Ossia l’errore che deriva dal fatto che la casella di posta sia piena, inesistente o altre cause che non permettano di raggiungerla.
Alcuni di questi servizi, inoltre, possono essere collegati direttamente al servizio di email marketing che utilizzi, rendendo ancora più semplice e soprattutto automatico il processo di verifica.
Automatizzare il processo in modo facile (e anche gratuito) con ActiveCampaign
QuickEmailVerification, ad esempio, può essere integrato molto facilmente con ActiveCampaign o altre soluzioni di email marketing.
Il vantaggio di attivare un meccanismo del genere è quello di sfruttare le funzionalità di automazione di ActiveCampaign anche per verificare, appunto automaticamente, ogni indirizzo email presente o che entra a far parte della nostra lista.
L’esito dell’analisi di QuickEmailVerification, inoltre, viene conservato nei campi personalizzati di quel contatto. Questo permette di utilizzare tali informazioni per eventuali altre automazioni.
QuickEmailVerification non si limita solo a verificare se un indirizzo email sia valido (in grado di ricevere posta) oppure no. Offre infatti la possibilità di sapere se si tratta di una casella email gratuita e soprattutto se si tratta di un indirizzo email temporaneo.
Può succedere che alcune persone, quando si tratta di scaricare un ebook o un report, non lascino il proprio indirizzo email reale, ma preferiscano ricorrere a servizi che generano indirizzi email temporanei. È chiaro che, in questo casi, quell’indirizzo di posta sarà usato solo per recuperare l’eventuale file pdf e poi non verrà più consultato.
Quindi, avere nella propria lista molti indirizzi di questo tipo, vuol dire abbassare il tasso di apertura dei messaggi e rischiare di pagare canoni di utilizzo del servizio maggiori, per contatti che non leggeranno mai alcuna delle email inviate.
L’integrazione tra ActiveCampaign e servizi come QuickEmailVerification permette di creare automazioni per gestire i vari scenari.
Questo ci offre la possibilità di ripulire la lista dai contatti non validi, oppure evitare di inviare determinate email se il contatto ha inserito un indirizzo email temporaneo. Le possibilità sono molteplici.
Inoltre, QuickEmailVerification offre anche un piano gratuito che permette di effettuare controlli su 100 indirizzi email al giorno. Quindi è quasi un peccato non provarlo e utilizzarlo per mantenere in ordine la propria lista di contatti email.
Gravity Forms e convalida indirizzi email
Se utilizzi un plugin come Gravity Forms, per creare moduli per la raccolta di contatti sul tuo sito WordPress, è possibile utilizzare questo plugin sviluppato da Antideo per la convalida degli indirizzi email.
Oppure, chi non ha paura di sporcarsi le mani con il codice, può prendere spunto da questo snippet di codice pubblicato nella documentazione di Gravity Forms.
Usare Zapier, Make per la verifica degli indirizzi
Volendo, è anche possibile usare Zapier, Make (ex Integromat), Pabbly Connect o altri servizi che permettono di connettere tra loro diverse applicazioni per verificare l’indirizzo email prima di trasmetterlo ad ActiveCampaign, ConvertKit, MailChimp o ad un altro ESP (Email Service Provider).
In pratica si tratta di impostare un’automazione su Zapier (o a un servizio analogo) che:
- riceve l’indirizzo email dal modulo presente sul sito;
- interroga il servizio remoto (QuickEmailVerification, NeverBounce, MailerCheck o altri servizi simili);
- se l’indirizzo email viene considerato valido, viene inviato all’ESP.
Buongiorno Tiziano, grazie per questa dritta.
In effetti quanto hai scritto è molto utile, anche per evitare di avere nella lista un sacco di contatti “inutili” che non leggeranno mai le nostre email. Poter automatizzare questo processo poi è una bella comodità.