Negli ultimi due giorni sono stato a Parigi per seguire la Marketing 2.0 Conference, un evento dedicato ad alcuni temi caldi come il social media marketing, il Word-of-Mouth Marketing, il marketing virale e l’uso delle community online.
L’evento è stato organizzato dalla ESCP-EAP University, che ha ospitato la manifestazione nella sua sede parigina.
Ho avuto modo di assistere ad un numero elevato di interventi, mediamente di buon livello e soprattutto supportati da un nutrito numero di casi aziendali, raccontati direttamente da chi ha operato le varie scelte all’interno delle aziende.
Una delle frasi sentite durante la conferenza che, nella sua semplicità, fornisce una chiave di lettura interessante per capire meglio il fenomeno del social media marketing è “Success is random” pronunciata da Scott Foe (Nokia) durante un suo intervento. Non esiste infatti una serie di regole da seguire che forniscono una garanzia certa del successo, sono infatti troppi i fattori non governabili che possono decretare il successo o l’insuccesso di un’iniziativa.
Molto interessante anche l’intervento di Steven Erich (Crispin, Porter & Bogusky) che ha sottolineato come sia più efficace strutturare un piano di marketing basato su tante piccole idee piuttosto che investire tutto su un’unica grande iniziativa. Le piccole idee permettono infatti di sperimentare strade diverse con investimenti contenuti, evitando di correre il rischio di investire tutto il budget in un unico progetto che poi magari non porta i benefici aspettati.
L’idea della sperimentazione ritorna spesso nel corso dei vari interventi, si ha infatti l’impressione che: o non esista una “ricetta magica” da seguire o che nessuno la voglia confidare ;)
Scambiando qualche opinione anche con gli altri partecipanti ho raccolto la sensazione comune che spesso nei vari casi aziendali presentati, l’uso dei vari strumenti social sia nato come una sorta di sperimentazione dalla quale poi è nata una strategia e non viceversa.
Il concetto di sperimentazione è stato ben rappresentato dall’intervento di Mathias Lüfkens (World Economic Forum) che ha appunto adottato vari strumenti social (YouTube, Twitter, Flickr) per meglio veicolare i contenuti generati nel corso degli importanti eventi realizzati da questa organizzazione.
Tra i casi aziendali più rilevanti tra quelli presentati alla Marketing 2.0 Conference c’è sicuramente quello di Lego, raccontato da Conny Kalcher. Questo intervento era focalizzato sull’importanza di creare dei Brand Ambassador, ossia degli utenti fortemente appassionati e attivi nel promuovere il brand. Tale obiettivo è stato ottenuto dall’azienda puntando sull’autenticità, sull’ascolto e sulla volontà di mettere a disposizione degli utenti degli strumenti per comunicare, interagire e sfruttare meglio i propri prodotti.
L’azienda ha creato anche la possibilità, per alcuni utenti particolamente capaci, di diventare Lego Certified Professional offrendo loro anche occasioni di lavoro per la realizzazione di progetti basati sui famosi mattoncini.
Gli utenti di Lego vengono inoltre coinvolti anche nelle fasi di sviluppo dei nuovi prodotti, permettendo all’azienda di ottenere importanti feedback riducendo quindi in maniera drastica la possibilità di commettere passi falsi nel lancio di nuove linee.
Scott Monty di Ford ha segnalato l’ampio uso di strumenti collaborativi (realizzati con Microsoft Sharepoint) all’interno della famosa casa automobilistica. E’ stata inoltre creata anche una sorta di Wikipedia (chiamata Fordpedia) per rendere più facile la distribuzione delle conoscenze all’interno dei vari reparti aziendali. Scott ha poi ricordato che Ford ha chiesto ad uno studente che aveva creato una pagina su Facebook dedicata all’azienda, il permesso di poterla co-amministrare, fornendogli contenuti di qualità da condividere con gli utenti ma lasciandolo libero di gestirla e senza trasformare la pagina in un puro strumento di pubblicità aziendale.
Abbastanza deludente invece la sessione di Damien Vincent di Facebook, che tra l’altro ha iniziato la sua presentazione qualificandosi come dipendente di MySpace, lapsus dovuto alla sua precedente esperienza lavorativa in questa società. Il suo intervento non ha fornito spunti particolari ma si è limitato ad elencare le varie possibilità di advertising disponibili sul social network. Informazioni facilmente reperibili anche sul sito.
Uno degli ultimi interventi che ho seguito è stato quello di Olivier Creiche (Sixapart) che, presentando tutte le varie soluzioni messe a disposizione dalla propria azienda ha posto particolare enfasi su Motion, un’applicazione che permette di “incorporare” le diverse piattaforme social all’interno del proprio sito. Questo, secondo Olivier Creiche, permette alle aziende di sviluppare meglio la propria identità focalizzando l’attenzione sul proprio sito evitando invece di disperderla su Facebook, YouTube o altri siti, dove in fin dei conti è facile perdersi nella massa.
Nella giornata di lunedì ho seguito con piacere anche l’intervento di Simone Brunozzi (Amazon Web Services) che ha presentato i servizi di Amazon sottolineando il vantaggio che sono in grado di offrire dal punto di vista della flessibilità, facilità d’uso, contenimento dei costi e affidabilità. Nell’immagine sottostante è ad esempio riportato il caso di Animoto.com che, in soli tre giorni, grazie ad AWS è passata da meno di 80 a più di 3500 server.
Tra l’altro è stato un piacere scambiare due chiacchiere con Simone (nella foto sotto), che avevo avuto modo di conoscere di persona lo scorso dicembre sempre a Parigi. Vi segnalo inoltre che potrete incontrarlo anche sabato 4 aprile a Forlì, visto che sarà ospite del Cloud Forum 2009.
Un saluto inoltre a Francesco Gramegna (italiano ma residente a Parigi), che ho avuto occasione di conoscere in questi due giorni e col quale ho scambiato opinioni sui temi trattati, oltre ad avermi fornito delle utili dritte sulla città ;)
Tra le note negative della conferenza non è possibile non citare alcuni problemi organizzativi, quali la pressoché totale mancanza di copertura WiFi (tranne martedì mattina) ed i continui cambiamenti di sala. Nel pomeriggio del secondo giorno ad esempio, la scelta improvvisa di ripartire gli interventi su due sale ha costretto i partecipanti a scegliere le sessioni da seguire costringendo ovviamente a saltare le altre.
Su Flickr potete vedere alcune foto della manifestazione.