Oggi mi trovo a Milano per seguire il convegno di presentazione del libro Impresa 4.0 scritto dal Prof. Franco Giacomazzi e da Marco Camisani Calzolari.
Il Prof. Giacomazzi apre il discorso con una breve spiegazione dei motivi che hanno portato alla realizzazione di questo volume e al concepimento del paradigma Impresa 4.0, che cerca di spiegare come avvengono le comunicazioni nel mondo delle aziende nell’era del Web 2.0.
Col termine “Relazione comunicativa d’impresa” si intende qualcosa che va oltre il marketing e la comunicazione, ma rappresenta un processo relazionale che va a formare una delle tre colonne portanti di una nuova visione d’impresa, insieme alla value proposition e alle operations.
Marco prosegue illustrando l’idea di fondo, che è quella di vedere come l’impresa interagisce con il mercato, gli stakeholders e i dipendenti/collaboratori. Le relazioni tra questi soggetti portano alla definizione di 4 tipi di comunicazione: dentro-fuori (dall’impresa verso i poli esterni), dentro-dentro (all’interno dell’impresa), fuori-fuori (comunicazione tra i poli esterni), fuori-dentro (dai poli esterni verso l’impresa).
All’interno di ogni direzione sono stati identificati e classificati i diversi strumenti web utilizzati o che si possono utilizzare per comunicare e stabilire relazioni, suddividendoli tra quelli unidirezionali e quelli bidirezionali.
Per quanto riguarda le relazioni interne all’azienda, i nuovi strumenti possono essere usati per la condivisione di mission e valori aziendali, la formazione e la comunicazione istantanea.
Gli stakeholders e il mercato comunicano spesso tra di loro per generare contenuti partecipativi correlati all’azienda e/o ai suoi prodotti. Con gli strumenti opportuni è possibile tracciare queste conversazioni in modo da non perdere opportunità significative.
Iniziano ora gli interventi da parte dei vari partecipanti alla tavola rotonda.
Giuliano Noci interviene citando una ricerca di Forrester di fine 2007 (quindi pre-crisi, ndr) che prevede che da qui al 2013 gli investimenti in “tecnologie 2.0” aumenteranno con un tasso annuo del 43%. Bisogna però capire cosa si intende con il termine 2.0 declinato nel mondo del business. Sempre Noci sostiene che blog e social network sono fondamentali strumenti per condurre ricerche di mercato, che permettono di osservare il comportamento spontaneo degli utenti senza disturbarli con sondaggi ed interviste. Un altro ambito in cui le nuove tecnologie hanno un impatto molto pesante è quello della co-creazione del valore, grazie al coinvolgimento degli utenti da parte dell’azienda nelle fasi progettuali di un prodotto/servizio. Non meno importante è poi l’influenza, soprattutto dei blog, nei processi decisionali che portano all’acquisto di un bene, sia online che offline. Giuliano Noci sostiene inoltre che i social network non siano gli ambiti più adatti ed interessanti per il mondo dell’advertising. Su questo punto sono parzialmente d’accordo, anche se probabilmente ci sono alcune forme di pubblicità che possono dare buoni risultati anche su queste piattaforme, sicuramente non il tradizionale display advertising.
Stefano Quintarelli pone l’accento su come il settore delle comunicazioni in Italia, e non solo, è in forte sofferenza e sta cercando di mettere un “pedaggio” sull’accesso alle informazioni. Ci sono forti pressioni per rendere il sistema di accesso alla Rete meno libero e trasparente rispetto a quello che conosciamo oggi ed il futuro, in questo ambito, non è così scontato come potrebbe sembrare. Basta vedere,ad esempio, quello che sta accadendo in Francia in merito alle norme anti-pirateria. Fortunatamente però ci sono anche forti pressioni in senso contrario, orientate cioè a mantenere uno status simile a quello attuale.
Claudio dice
Mi trovo perfettamente d’accordo con la sutpenda analisi fatta da Giugliano Noci. La stessa si basa sulla relatività utente/ambito/modo/azione, questa relazione è poco analizzata (lavoro per un grande editore e non vi dico la tristezza) e porta a sproporizionate reazioni da parte dei grandi clienti e degli editori. Su tutte vorrei portare ad esempio una grande compagnia telefonica che si è trovata la propria campagna sulle pagine di un famoso social network nella sezione di un famoso partito razzista, risultato? La compagnia ha distetto il contratto e al momento non vuole operare con il social in questione.
L’ambito intimistico dei social network, l’azione poco fluida del web 2.0, la bombardante pubblicità stanno rendendo il web un campo pericoloso per il “fuori dentro”.
La fruizione delle informazioni non sempre affidabile, l’impossibilità di verificare le fonti, la costante migrazione di utenze da un social all’altro rendono particolarmente difficile stabilire un vero rapporto di interazione con l’utente da parte delle aziende.
La capacità delle aziende di agire collimanto le esigenze produttive con quelle della soddisfazione del cliente sono ancora ad uno stato larvale.
Il web sta cambiano ma anche la fruizione del web si sta modificando.
YOUTUBE, FACEBOOK su tutti sono nati con l’intento di essere il piccolo cassetto dei ricordi accessibile ad un piccolo gruppo di amici, siamo sicuri che amplificando questi gruppi si otterà un risutato durevole? Siamo certi che l’utente con tanti amici non vorrà a sua volta dei contributi per la sua lista? Siamo certi che la banda non entrerà in crisi?
Mi sembra di tornare al 1999 dove gli affari d’oro poi così d’oro……
postoditacco dice
@claudio Sapessi come ti capisco quando dici che lavori per un grande editore….soprattutto ora in cui l’editoria è il settore più colpito dalla crisi (dati alla mano e presentati anche al recente IAB Forum).
Il libro affronta anche l’aspetto che dice che “gli utenti si pesano, non si misurano”, che dovrebbe rispondere al tuo dubbio quando parli di impossibilità di verificare le fonti.
In realtà esistono delle metriche per pesare i contenuti pubblicati sul web: ad es. il pagerank, oppure la stessa blogosfera che è la prima a controllare sè stessa.
Più che il fuori-dentro è il fuori-fuori che dovrebbe peroccupare le aziende.
Non parliamo poi del dentro-dentro, spesso implementato solo attraverso anacronistiche e monodirezionali intranet.
Sula autorevolezza dei SN sono d’accordo con chi ha affermato che più che altro sono piattaforme individuali come i blog ad influire sulle decisioni di acquisto.
Ciao Tixx
Roberto